“La forza del campione”. Il presente come forma tangibile di felicità

Articolo di Andrea Vallese

forza

 Il film di cui parlo in questo articolo in Italia non è mai uscito al cinema. E’ una pellicola del 2006 che nel nostro paese è uscita in DVD solo nel 2010. Io sono arrivato a conoscerlo guardandolo su Youtube, grazie alla gentile segnalazione di un’amica. E’ un peccato che la maggior parte della gente non lo conosca, se non altro per il grande messaggio umano ed esistenziale di cui è portatore.

La Forza del campione” di Victor Salva, in originale intitolato Peaceful Warrior (titolo decisamente migliore, come spesso accade nelle traduzioni inglese-italiano) è tratto dal romanzo semi-autobiografico di Dan MillmanLa via del guerriero di pace”. Dan (Scott Mechlowicz) è un giovane e molto promettente ginnasta, in procinto di partecipare alle Olimpiadi, che conduce una vita apparentemente felice. Bello, ricco, promettente negli studi, circondato da amici, attorniato da ragazze, passa la sua vita tra allenamenti e feste, impegnandosi, anima e corpo, ad essere sempre un vincente, il numero uno. Nonostante tutto, c’è qualcosa che lo turba e non lo fa dormire. Nei suoi vagabondaggi notturni incontra un anziano benzinaio che ha, però, un’ottima capacità atletica (insieme ad una non comune dialettica), cosa che cattura l’attenzione di Dan. Quest’uomo (magistralmente interpretato da un grande caratterista come Nick Nolte), dal nome fittizio Socrate, obbligherà il giovane atleta a porsi dei seri interrogativi sul reale significato della sua vita, appesa unicamente al raggiungimento dei suoi obiettivi agonistici. Attraverso un allenamento interiore, riconducibile ad una filosofia Zen, ma con un approccio più pragmatico, Dan impara ad assaporare il valore delle piccole cose che gli succedono intorno e ad apprezzare la vita per quello che è. Nel momento in cui Dan subisce un incidente motociclistico tale da compromettere la sua carriera olimpionica, egli riuscirà, con l’aiuto di Socrate, a lavorare sul superamento della mania del controllo degli eventi e a lasciarsi coinvolgere dalle emozioni del momento. E sarà così che, nonostante lo scetticismo di tutti, Dan riuscirà a gareggiare alle Olimpiadi.

La bellezza di quest’opera sta nel rapporto “insegnante-discepolo” che si crea tra i due protagonisti. Come il suo famoso omonimo, Socrate utilizza il dialogo e frasi brevi, ma incisive per permettere a Dan di cambiare la sua prospettiva di vita. Un’espressione che mi ha particolarmente colpito è “elimina la spazzatura dalla tua vita”, dove per spazzatura s’intende tutti quei pensieri, timori e sensazioni (spesso indotti da altri) che influiscono sul pensiero e sull’azione del singolo, impedendogli di viversi la vita attimo per attimo. Credo che sia questo il significato dell’essere un “guerriero di pace”, ovvero sapersi battere per trovare l’amore e la felicità in ciò che si fa. Infatti, per gli antichi greci, il concetto di felicità è riconducibile ad uno stato d’animo di tranquillità, di pace.

Questo film, anche se non ha un grande peso cinematografico, è un manifesto importante del “qui ed ora”, un concetto a cui, a mio parere, la gente non presta la dovuta attenzione. Se ci si pensa questa cosa è alquanto bizzarra, poiché il “qui ed ora”, ossia il presente è ciò che abbiamo sempre vicino. Eppure l’uomo ripone troppa attenzione nel passato e nel futuro, forse perché crede che abbandonandosi ad un bel ricordo (che non c’è più) o immaginando la realizzazione di un sogno (le cui variabili sono molteplici e in balia degli eventi) si possa trovare la felicità. E’ solo il presente, però, l’unica cosa che possiamo toccare con mano, ma l’unico modo per farlo è vivere, nel senso di essere capaci di percepire il tempo come successione illimitata di istanti in cui si svolgono gli eventi, tutti portatori di diversi stati d’animo. Il presente è percezione sensoriale e solo dando valore alle nostre sensazioni che possiamo trovare la strada per un’esistenza serena e felice.